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Revisione auto: il controllo filtro antiparticolato potrebbe diventare obbligatorio anche in Italia

In Germania il controllo delle emissioni di particolato durante la revisione del veicolo è già realtà ed è oggi uno dei principali test effettuati dai centri di revisione per far passare la revisione al veicolo esaminato. Il test implica dunque un controllo del filtro antiparticolato durante la revisione, verificando – in base ai valori di particolato riscontrati nel test – se è efficiente e in grado di trattenere la particelle sottili di particolato inquinanti.  

Dopo la Germania, altri Stati dell’ UE stanno valutando l’adozione di questa norma e anche in Italia l’introduzione della misurazione del particolato tra i controlli della revisione ministeriale è al centro delle discussioni. La misurazione del particolato prodotto dall’auto consente di verificare se il filtro antiparticolato funziona correttamente o è intasato. Un elevato valore di particolato – costituito da particelle molto piccole e non rilevabili dal classico test con opacimetro della revisione – è il sintomo di un filtro antiparticolato guasto e che deve essere sostituito. Qualora venissero introdotti anche in Italia dei controlli sul particolato durante la revisione, il superamento di determinati limiti – dovuti principalmente ad una ridotta efficienza del filtro antiparticolato – comporterebbe il non superamento della revisione o la necessità di sostituire prontamente il filtro antiparticolato per superarla.

Cos’è il particolato e perché va controllato

Il particolato  è la miscela sostanze solide o liquide sospese in aria con dimensioni che variano qualche nanometro a 100 µm. Questo inquinante è uno dei più pericolosi, in particolare nelle aree urbane, e respirato dall’uomo penetra nei vasi sanguigni e nei polmoni provocando nel lungo termine problemi di salute, tra cui asma, patologie cardio-respiratorie e tumori. E’ formato da una varietà di particelle sospese in aerosol tra cui polveri sottili, pollini, fumi, particelle di carbonio, composti organici e inorganici e altre sostanze derivanti da industrie, riscaldamento, traffico veicolare, agricoltura. L’impatto del particolato è pesante anche a livello climatico e ambientale.

Il filtro antiparticolato è stato introdotto obbligatoriamente nelle motorizzazioni diesel proprio per neutralizzare le particelle inquinanti prodotte dalla combustione del motore e impedirne la propagazione. Ne deriva che un filtro antiparticolato intasato, o che non funziona come dovrebbe, è dannoso non solo per l’ambiente ma anche per la salute. Di qui la decisione della Germania di introdurre i test sulle emissioni di particolato prodotte dal veicolo e il relativo controllo obbligatorio del filtro antiparticolato durante la revisione del veicolo.

Revisioni auto: la misurazione dei fumi con opacimetro

A differenza della Germania, in Italia il controllo delle emissioni dei motori delle auto viene effettuata in fase di revisione effettuando solo il test con opacimetro, la cosiddetta misurazione dei fumi dello scarico. La metodologia del test dei fumi è quella dell’accelerazione libera, con l’utilizzo di un opacimetro che rileva la densità delle emissioni inquinanti, ma che non è in grado di analizzare e distinguere gli inquinanti prodotti.

Il particolato può inoltre essere costituito da particelle ancora più sottili che non vengono rilevate dall’opacimetro. La misurazione dell’opacità del fumo misura dunque la densità delle particelle inquinanti in uscita dallo scarico del veicolo, ma non è in grado di distinguere la presenza di particelle di particolato che, come si è detto, possono avere una grandezza dell’ordine dei nanometri. Il test dell’opacità, o controllo dei fumi rileva dunque se un motore diesel è particolarmente inquinante, il che può essere utile soprattutto nei veicoli più vecchi (verificando se si superano i limiti di emissioni), ma non consente di individuare un problema al filtro antiparticolato.

Revisioni auto: il test di opacità non basta più

Nel mondo delle revisioni auto sono ormai in molti a dire che il test di opacità non è più compatibile con l’evoluzione dei veicoli di nuova generazione, dal momento che non è possibile stabilire oggettivamente con questa misurazione se il filtro antiparticolato funziona correttamente o se è stato alterato. Le particelle più piccole di particolato non trattenute dal filtro antiparticolato non vengono infatti rilevate: potrebbe quindi accadere che un’auto superi brillantemente il controllo delle emissioni ma che abbia un filtro antiparticolato non  efficiente che la rende di fatto inquinante.

La via scelta dalla Germania per ovviare a questo problema è quella di utilizzare la tecnologia di misurazione del particolato che viene utilizzata dai car macker in omologazione, adattandola alla revisione. La precisa misurazione del particolato e il confronto dei valori ottenuti con i valori limite previsti di omologazione restituisce l’efficienza del filtro antiparticolato. Se i valori non sono conformi, il filtro potrebbe essere danneggiato, avere qualche difetto meccanico dovuto a urti o sollecitazioni oppure essere intasato

Opacimetro: cos’è, come funziona, cosa misura

L‘opacimetro fornisce una misura del livello di fumosità del motore, ma non un’analisi degli inquinanti prodotti, come invece avviene nel caso dell’analizzatore dei gas o conta particelle. L’ opacimetro si basa infatti sulla misurazione dell’intensità luminosa assorbita dal fumo e sul principio della tramsmittanza, cioè la frazione di luce trasmessa da una sorgente attraverso un percorso oscurato dai fumi fino al ricevitore dello strumento. L’opacimetro calcola dunque l’attenuazione dell’intensità di un fascio luminoso provocata dall’assorbimento da parte delle particelle (solide e gassose) presenti nel fumo, esprimendone con un valore numerico in percentuale la sua opacità.

Come viene analizzato il particolato nelle revisioni auto in Germania

In Germania, la misurazione obbligatoria del particolato durante la revisione auto ministeriale avviene attraverso il test “Partikelzähler” o “Partikelmessung” (contaparticelle) che fa riferimento alla misurazione delle particelle di carbonio e altri inquinanti provenienti dal sistema di scarico del veicolo. Il Partikelzähler, conosciuto come contaparticelle, è un dispositivo che analizza le particelle presenti nei gas di scarico del veicolo in tempo reale, comprese le particelle sottili di particolato. E’ in grado di verificare in tempo reale la composizione delle particelle in termini di quantità e range dimensionali.

Questo valore, confrontato con lo standard di omologazione, permette di stabilire se il filtro antiparticolato sta trattenendo sufficientemente gli inquinanti di particolato prodotti dal motore, comprese le particelle ultrasottili e quelle di carbonio. Il gas di scarico del veicolo vengono dunque prelevati e analizzati dal dispositivo per verificare il quantitativo e di particolato emesso. Un normale opacimetro non arriva a individuare le particelle più piccole del particolato, che possono essere anche ultra fini (particolato ultra fine, UFP o UP) e penetrare in profondità fino agli alveoli polmonari

Va ricordato che l’ Organizzazione Mondiale della Sanità  e il Ministero della Salute italiano (vedi allegato qui sotto) ha raccomandato di mantenere la concentrazione di particolato ultra fine al livello il più basso possibile e tutti gli stati membri dell’UE sono chiamati a legiferare in merito, anche sul versante dei mezzi di trasporto.

Le normative sul filtro antiparticolato e la possibile introduzione di controlli obbligatori durante la revisione

Da anni le normative in vigore nei vari Stati hanno imposto ai veicoli diesel di essere dotati di del filtro DPF (Diesel Particulate Filter) o Fap (Filtro antiparticolato). Questo perchè il diesel va in combustione con meno facilità della benzina, il che porta a maggiori probabilità di emettere particolato e altre emissioni inquinanti. Il filtro antiparticolato può ridurre le emissioni fino al 99%, risultando quindi estremamente efficace nell’abbattere gli inquinanti e le polvere sottili. Un filtro antiparticolato sporco e con eccessivi accumuli perde significativamente il suo potere filtrante, e per questo un suo controllo potrebbe presto essere introdotto anche in Italia come controllo obbligatorio nelle revisioni auto, che già a febbraio 2024 hanno visto l’introduzione di nuove regole relative ai controlli tramite OBD. Il passo successivo per abbattere le emissioni e favorire controlli più stringenti sui veicoli inquinanti potrebbe essere l’ introduzione di nuovi controlli sul particolato.

Documenti Allegati

Particolato, Ministero della Salute