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Furti d’auto: un business sempre più redditizio per la criminalità organizzata

Secondo un recente rapporto l'Italia risulta prima in classifica in Europa per numero di auto rubate. E a fare affari e soprattutto la criminalità organizzata

L’Italia ha il triste primato di nazione europea dove si registrano più furti di auto. Secondo il rapporto Lockjack Italia (azienda specializzata nel recupero di veicoli rubati), nel 2012 l’Italia è risultata al primo posto per numero di auto rubate tra i tutti gli Stati europei, con 31 furti ogni 10.000 veicoli. Nel 2010 sono state rubate ben 124.197 vetture, 38.783 motocicli e 2.908 automezzi pesanti. Lo scorso anno, ogni giorno sono state sottratte oltre 340 autovetture, circa 14 ogni ora, e una ogni 4 minuti: numeri che non faranno dormire sonni tranquilli agli automobilisti, nonostante la diminuzione del numero assoluto dei veicoli rubati, passati dagli oltre 222mila annui del 2000 agli oltre 124mila del 2010.
In forte aumento negli ultimi anni i furti di auto a noleggio, con 4400 veicoli rubati nel 2012, per un danno complessivo di 42 milioni di euro. Per quanto riguarda le aree geografiche, l’80% dei furti di auto avvengono – in ordine di importanza – in Campania, Lazio, Lombardia, Sicilia e Puglia. Si stima che il 30-40 % di questi veicoli vengano rubati dalla criminalità organizzata, che li esporta all’interno e all’esterno dell’Unione europea. E il business sta diventando sempre più importante per la criminalità organizzata, che oltre a fare affari attraverso contatti e committenti sparsi in tutto il
mondo utilizza il “traffico d’auto” per riciclare denaro sporco. L’Italia, secondo il rapporto, risulta tra i principali fornitori del mercato clandestino dell’est Europa, del nord Africa e Albania. I veicoli rubati dopo il furto sono smontati e venduti a pezzi oppure taroccati e reimmessi sul mercato italiano o estero. A questo si aggiungono le simulazioni di falsi incidenti, infortuni e furti per frodare le assicurazioni. Il tutto frutterebbe alle organizzazioni criminali 5/6 miliardi di euro