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SAITO richiama l'attenzione sulla qualità e conformità dei turbocompressori

SAITO analizza il caso di una difettosità su un turbocompressore motore Peugeot DV6 1.6 litri 110 CV il cui sistema a geometria variabile (componentistica non originale) non operava correttamente

SAITO, in un recente approfondimento pubblicato sul proprio sito, sottolinea che la costruzione di turbocompressori “non è così semplice come apparentemente può sembrare e gli addetti ai lavori conoscono molto bene quanto sia necessaria una struttura specializzata per poter raggiungere un livello qualitativo accettabile. Una linea produttiva per turbo di primo impianto costa milioni di euro mentre, nel caso dei turbo copiati, spesso è presente solo un banco d’assemblaggio dove un operatore gestisce l’intero processo. Una differenza enorme che fa sorridere chi conosce la complessità del ciclo produttivo, della scelta dei materiali, della raffinatezza delle lavorazioni quando si trova davanti ad un clone. Turbocompressori solo apparentemente “belli” sono in realtà inefficienti e possono causare importanti danni al motore”.

SAITO distribuisce turbocompressori nuovi originali OMOLOGATI ma da ormai parecchi anni rigenera turbocompressori utilizzando ricambistica originale dove possibile. Saito rileva che negli ultimi mesi si è registrata un’impennata nella richiesta di revisioni di turbine non originali o sulle quali l’officina abbia montato un corpo centrale completo non riuscendo a giungere ad un buon risultato della taratura del geometria variabile. In taluni casi, precisa Saito, il problema è legato alla mancata esperienza dell’officina ma, in molti casi, l’anomalia è riconducibile alla scarsa qualità del prodotto o addirittura alla sua totale non conformità.

“Nel caso specifico abbiamo ricevuto un turbocompressore (cod. turbo 753420) dichiarato non funzionante, o meglio il sistema a geometria variabile – in questo turbo il componente non originale – non era in grado di operare correttamente generando un aumento delle temperature dei gas di scarico ed un calo delle prestazioni motore. Dopo attenta analisi la turbina è stata dichiarata non rigenerabile ed il cliente è stato soddisfatto con la fornitura di un turbocompressore originale rigenerato”.

“Il problema tecnico del turbo analizzato”, si legge nell'articolo pubblicato da Saito, “sta nell’impossibilità di tarare correttamente il sistema a geometria variabile a causa di un errore della lavorazione della cartuccia interna. Tale anomalia è riscontrabile testando l’attuatore (vedi grafico) e controllando il sistema di regolazione del fine corsa che, nonostante sia portato tutto a battuta, non consente la giusta corsa della leva. Una simile anomalia porta il motore ad operare in modo scorretto ed in particolare la non apertura delle pale del geometria variabile genera un aumento della contropressione e della temperatura in camera di scoppio, creando il rischio di rottura degli organi vitali del motore”.

Saito conclude affermando che, in questo caso, il “risparmio” iniziale sul componente ha generato:
una insoddisfazione del cliente finale (nuovo fermo vettura);
una perdita economica per l’officina alla quale non verrà risarcito il lavoro di montaggio e smontaggio;
un’ulteriore perdita economica, sempre per l’officina, se il fornitore non fornirà un nuovo componente FUNZIONANTE;
una non idoneità della vettura in quanto equipaggiata con un turbocompressore NON OMOLOGATO