Truck

Pubblicato il decreto sugli investimenti autotrasporto

Prosegue la politica di rinnovo delle flotte che incentiva l’acquisto dei veicoli industriali a trazione alternativa e di rimorchi e semirimorchi per il trasporto intermodale. E ad agosto il mercato autocarri è cresciuto del 62,2%

Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 15 settembre scorso il Decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il Decreto Direttoriale riguardanti le modalità di erogazione delle risorse 2016 per gli investimenti a favore delle imprese di autotrasporto le quali, da oggi e fino al 15 aprile 2017, potranno acquistare veicoli industriali a trazione alternativa (CNG, LNG, Elettrico) e rimorchi e semirimorchi per il trasporto Intermodale.

Puntare sull'innalzamento degli standard di sicurezza e di efficienza ambientale dei veicoli, ottimizzando la catena logistica ed incentivando il trasporto intermodale sono gli obiettivi che ANFIA ha condiviso, negli ultimi anni, con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il quale, anche quest’anno, ha deciso di incentivare le imprese di autotrasporto per il rinnovo e l’adeguamento tecnologico del materiale rotabile – commenta Andrea Zambon Bertoja, Presidente della Sezione Rimorchi di ANFIA. Siamo molto soddisfatti e ringraziamo il Ministero dei Trasporti, che con i provvedimenti degli ultimi quattro anni sta dando vita ad una vera e propria politica di investimenti per il rinnovo delle flotte. Oltre ad aiutare il mercato dei veicoli rimorchiati a riprendersi dopo un lungo periodo di crisi, incentivando l’acquisto dei veicoli a trazione alternativa – conclude Bertoja – questa politica premia le aziende che investono in sicurezza, efficienza ambientale e logistica”.

Ad agosto 2016, intanto, sono rilasciati 1.912 libretti di circolazione di nuovi autocarri (+62,2% rispetto ad agosto 2015) e 961 libretti di circolazione di rimorchi e semirimorchi pesanti, ovvero con ptt superiore a 3500 kg (+8,8%).

Nei primi otto mesi del 2016, sono stati rilasciati 13.946 libretti di circolazione di nuovi autocarri (+36,1%) e 9.477 libretti di circolazione di rimorchi e semirimorchi pesanti (+32,7%).

Come evidenziano i dati, la variazione positiva registrata nel mese deriva da un rialzo dei volumi nei segmenti degli autobus turistici, dei minibus e degli scuolabus, mentre il comparto dei mezzi finanziati – autobus urbani e interurbani – continua a presentare pesanti cali a due cifre.

Con un’età media superiore ai 12 anni, il comparto autobus detiene il primato quanto ad anzianità, tra le diverse tipologie di veicoli circolanti in Italia. Si tratta di un dato preoccupante, soprattutto ai fini della sicurezza, se si considera che gli autobus sono destinati al trasporto collettivo delle persone e che hanno percentuali di utilizzo nettamente superiori a quelle di un'auto privata. L’anzianità del parco produce ovviamente conseguenze molto negative in termini di impatto ambientale, efficienza a livello di consumi e sicurezza stradale.

Solo un piano di investimento pluriennale nel comparto TPL può garantire un effettivo ricambio del parco circolante, oltre a consentire all’industria nazionale – che oggi lavora a meno della metà della sua capacità produttiva – di ripartire, raddoppiando la produzione in risposta alla domanda pubblica. L’assenza di una pianificazione del trasporto pubblico e di una strategia di intervento a medio termine, indirizzate all'efficienza e alla qualità del servizio, hanno causato, infatti, anche l’indebolimento di un intero settore industriale, presente invece in tutti i major markets europei.

Secondo l'indagine sulla mobilità curata dall'Isfort (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti) attraverso l'Osservatorio “Audimob”, nel 2014 (ultimo dato disponibile) l’Indice di Mobilita Espressa (IME) in Italia, aumenta di più di 0,5 punti rispetto all’anno precedente, attestandosi a 22,7, ma resta lontano dai livelli registrati prima del 2011. Nel 2014, quindi, la domanda di mobilità riprende un cammino in salita portando con sé le conseguenze che la crisi economica ha prodotto sulle scelte degli italiani: le quote modali evidenziano un aumento degli spostamenti a piedi e in bicicletta del 26% e dell'uso della moto del 25,8%, mentre l'uso dei mezzi pubblici cresce in un anno dell'11,8% e quello dell'auto del 6,4%.

L’analisi dei mezzi di trasporto utilizzati per gli spostamenti, nel 2014, non inverte l’impari confronto tra la “mobilità dolce” e la scelta del mezzo motorizzato, che è preferita nell'80,9% dei casi anche se gli spostamenti in bicicletta pesano per ben il 15,4% di tutti gli spostamenti.

L'auto rimane l'opzione preferita con una quota modale al 65,6%, che equivale all'81,1% della distribuzione dei soli mezzi motorizzati; il trasporto pubblico rappresenta l'11,8% di tutti gli spostamenti e il 14,6% di quelli motorizzati.