Attualità

Nel 2019 cala la spesa per i carburanti, ma il traffico è in aumento

Calo dei prezzi alla pompa e rinnovo parco circolante contengono la spesa

Nel 2019 gli automobilisti e le imprese italiane hanno speso per l’acquisto di benzina e gasolio auto 58 miliardi. Il dato deriva da un’elaborazione del Centro Studi Promotor sulla sua banca dati sui consumi e la spesa per carburanti auto in Italia. La spesa del 2019, che come si è detto è di assoluto rilievo (58 miliardi), è inferiore del 2% a quella del 2018. Questa contrazione deriva da due fattori. Il primo è il calo del prezzo medio ponderato alla pompa che per la benzina è stato dell’1,9% e per il gasolio dello 0,8%. Il secondo elemento che ha inciso favorevolmente sulla spesa è un calo dei consumi dell’1%, che non è dovuto ad una contrazione del traffico, che anzi è in leggero aumento, ma al fatto che la sostituzione di veicoli rottamati con veicoli nuovi di fabbrica ha comportato una apprezzabile diminuzione dei consumi medi unitari del parco e conseguentemente anche delle emissioni inquinanti o nocive che sono strettamente legate ai livelli di consumo.

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “i dati che abbiamo diffuso oggi sui consumi e la spesa per l’acquisto nel nostro Paese di benzina e gasolio auto sono importanti per la loro rilevanza economica, ma sono anche molto significativi perché indicano che il rinnovo del parco circolante comporta notevoli vantaggi, non solo per la riduzione delle emissioni, ma anche per il contenimento della spesa nell’uso dei veicoli. Purtroppo le immatricolazioni di auto in Italia sono ancora largamente inferiori al livello necessario per assicurare una regolare sostituzione del parco circolante che attualmente ha un’anzianità media di 11 anni e 6 mesi, che è il livello più alto tra quello dei paesi con cui il nostro si confronta. In Italia è aperto il dibattito sull’adozione di incentivi alla rottamazione che possano effettivamente incidere sull’anzianità media del parco circolante. I dati di oggi dimostrano che un’operazione di questo tipo avrebbe conseguenze importanti non solo per l’ambiente, ma anche per ridurre i costi di esercizio degli autoveicoli”.