Attualità

Flotte: Arval Mobility Observatory presenta il Barometro 2022

In un contesto caratterizzato da molteplici preoccupazioni che impattano il settore automotive, dal Barometro 2022, la consueta indagine* sull’andamento del settore delle flotte e della mobilità condotta da Arval Mobility Observatory, il centro studi che analizza e prevede le tendenze nel mondo della mobilità, emergono alcune conferme sulla resilienza del comparto, che rappresentano le basi da cui partire per riconfigurare quello che sarà il ruolo della mobilità di domani.

Le aziende, infatti, restano fiduciose sul futuro delle proprie flotte, l’elettrificazione continua il suo sviluppo supportata da un più convinto ricorso alla telematica, le nuove soluzioni di mobilità alternativa integrano e non sostituiscono il ruolo svolto dai veicoli in parco, e il noleggio a lungo termine è sempre più pivot della flessibilità, anche per le imprese di dimensioni medio-piccole.

Le previsioni sulle flotte aziendali e la resilienza del noleggio

Il primo dato positivo che emerge dalla rilevazione, è quello relativo al sentiment delle aziende: il 93% degli intervistati in Italia prevede che la propria flotta rimarrà stabile o crescerà nei prossimi 3 anni, dato in linea con la media europea e trasversale alle dimensioni dell’azienda. Le motivazioni principali si ritrovano nelle prospettive di crescita delle attività o di sviluppo di nuovi business (66%), nella volontà di fornire ai propri dipendenti modalità di spostamento più sicure in relazione al Covid-19 (30% in Italia contro 16% in Europa) e nel ricorso all’auto aziendale come strumento di attrazione di nuovi talenti e welfare aziendale (24% in Italia e 32% in Europa).

Il noleggio a lungo termine continua il suo trend di crescita, con il 35% (+9 punti rispetto al 2021) delle aziende che lo ha già adottato come principale metodo di finanziamento. Da rilevare è il maggiore interesse verso questa formula manifestato dalle piccole e medie imprese (fino a 100 dipendenti) tra le quali emergono valori di propensione in linea con quelli dichiarati dalle aziende di medio-grandi dimensioni (30% per le PMI, in crescita del 13% sull’anno precedente e 41% per le grandi Corporate).

La transizione energetica non si ferma

L’indagine ha rilevato come il 71% delle aziende italiane utilizzi almeno una tecnologia “green” o pensi di farlo entro i prossimi 3 anni, mentre solo un terzo delle autovetture sarà costituito da motori prettamente termici; un elemento che conferma l’attenzione che le realtà italiane stanno ponendo nel definire il proprio percorso di riduzione dell’impatto ambientale (il 55% delle imprese contattate ha già sviluppato o sta sviluppando una strategia specifica in questo ambito).

Inoltre, un terzo delle aziende che sta utilizzando o considerando di utilizzare nei prossimi tre anni veicoli alla spina (elettrici o ibridi plug-in) lo fa sulla base di analisi interne o con il supporto di partner esterni (come le società di noleggio). La consulenza si rivela importante soprattutto per disegnare piani di elettrificazione che individuano driver e attività eleggibili secondo una roadmap coerente con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica, operativa e di piena soddisfazione di tutti gli stakeholder.

La mobilità alternativa non è più (solo) un’alternativa

A livello italiano, più di 7 aziende su 10 hanno già implementato almeno una soluzione di mobilità alternativa, valore che sale a 83% se si considera anche coloro che intendono farlo nei prossimi 3 anni (6 punti in più rispetto alla media europea). Nella maggior parte dei casi, queste soluzioni non vanno a sostituire le flotte esistenti, bensì a integrarle con lo scopo di facilitare gli spostamenti di business o il tragitto casa-lavoro dei propri dipendenti (44%) o offrire servizi di mobilità a 360° ai propri collaboratori per la loro vita professionale e privata, in ottica welfare (41%).

Soprattutto per le aziende di piccola e media dimensione, la flessibilità gioca un ruolo chiave: avere veicoli disponibili in pronta consegna in caso di necessità è importante per il 65% dei casi, così come avere la possibilità di restituire i veicoli in ogni momento senza penali aggiuntive (62%) o di modulare la dimensione della flotta in base all’evoluzione del business (52%).

La connettività per promuovere sicurezza e controllo dei costi

L’utilizzo di veicoli connessi riguarda circa un terzo delle aziende italiane, un valore in linea con la media europea. Che si tratti di autovetture o veicoli commerciali leggeri, l’utilizzo dei veicoli connessi è motivato soprattutto da considerazioni sulla sicurezza dei veicoli (43% dei casi) e dei driver (36%) ed economiche, quali il miglioramento dell’efficienza operativa (38%) e la riduzione dei costi della flotta (22%).

Il Barometro delle Flotte Aziendali 2022, pur in un contesto di indubbie turbolenze e pressioni, ci restituisce immutato il valore e l’utilità delle flotte, che rimangono un asset strategico su cui i decisori delle aziende si sentono profondamente ingaggiati nel perseguire con successo gli obiettivi di mobilità, sostenibilità, servizio e positiva esperienza dei loro driver e utenti” dichiara Massimiliano Abriola, responsabile di Arval Mobility Observatory in Italia.

*Indagine condotta in collaborazione con Ipsos tra novembre 2021 e marzo 2022, che ha coinvolto 7.576 aziende di diversi settori merceologici, di cui 5.896 in Europa e oltre 300 in Italia (96 ad aziende con meno di 10 dipendenti, 72 ad aziende da 10 a 99 dipendenti, 89 ad aziende da 100 a 999 dipendenti e 51 ad aziende on più di 1.000 dipendenti). Interviste realizzate con sistema CATI-CAWI.