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Un’isola in fermento

A cavallo di Ferragosto, per cinque giorni, i Giardini Naxos sono stati animati dalla Convention 2021 del distributore siciliano Autocom. Oltre 200 gli ospiti tra ricambisti, agenti e fornitori che si sono confrontati in una tavola rotonda da cui è emerso un quadro in forte evoluzione

Anche quest’anno il distributore siciliano Autocom ha riunito clienti e fornitori ai Giardini Naxos per la Convention 2021, l’undicesima della serie, che si è svolta dal 14 al 18 agosto presso Unahotels Naxos Beach. I titolari Manlio La Rosa e Saverio Giglio, con tutto il team di Autocom, hanno accolto oltre 200 persone tra cui 60 ricambisti: un’occasione per trascorrere qualche giorno insieme in completo relax, ma anche per confrontarsi sul complesso periodo post pandemia e sui piani per l’immediato futuro. Autocom ha saputo reagire con prontezza allo “sconquasso” creato da lockdown e restrizioni, scegliendo con coraggio la strada degli investimenti piuttosto che arroccarsi in difesa. L’apertura a maggio della nuova filiale di Catania, con il suo magazzino di 1.500 m2, ne è la dimostrazione. Oggi Autocom dispone del magazzino di 1.800 m2 di Palermo, dove sono ospitati gli uffici amministrativi, e del magazzino centrale di Carini (4.000 m2 per 12 metri d’altezza su 3 livelli), inaugurato a febbraio 2019 e diventato il principale hub logistico per tutta la Sicilia. L’importante crescita nella Sicilia Orientale ha spinto l’azienda a presidiare maggiormente questa zona, aprendo la nuova filiale di Catania e avvicinandosi ulteriormente ai ricambisti. E sono stati gli stessi clienti, nel corso della convention, a riconoscere e apprezzare il coraggioso slancio del distributore siciliano. Il clou della convention sono state le due serate di gala, di cui quella finale nella cornice del giardino botanico Radicepura: una serata ricca di emozioni animata da spettacoli, ballerini e fuochi d’artificio.

La situazione in Sicilia, ricambisti a confronto

Nella mattinata del 16 agosto si è tenuta la tavola rotonda, moderata dal Direttore di Parts Maria Ranieri, con i ricambisti presenti alla convention. Molti gli spunti di discussione – dall’impatto della pandemia sulle aziende ai rincari dei listini dei ricambi alle sfide che attendono la riparazione – che hanno restituito un quadro in forte evoluzione dell’aftermarket siciliano. In generale le aziende del Sud, nonostante le difficoltà, sembrano avere sofferto meno di quelle del Nord nei mesi più pesanti della pandemia grazie anche ad una maggiore familiarità nella gestione dell’insoluto e a restrizioni meno pesanti – almeno nella prima ondata – rispetto alle aree più colpite. La pandemia ha tuttavia portato un “cambio di passo” anche in Sicilia, ridefinendo in parte le regole del rapporto ricambista-officina. Significativa a questo proposito la testimonianza del ricambista di Palermo Franco Dominici. “La pandemia ha preso tutti alla sprovvista e abbiamo quindi applicato delle strategie di difesa per fare sì che l’azienda avesse solvibilità per approvvigionarsi dai fornitori; per questo abbiamo chiesto il pagamento immediato ai nostri clienti riparatori, che inizialmente può averci dato impopolarità ma che poi è stato accettato. Abbiamo compreso gli errori fatti in passato, in cui di fatto facevamo da banche ai nostri clienti, e ora continuiamo su questa strada. Contemporaneamente abbiamo cercato di capire cosa altro fare in un momento in cui il mercato si era quasi fermato: ci siamo quindi concentrati anche su settori paralleli ai ricambi potenziando l’officina di rettifica, inserendo la vendita di attrezzature e antinfortunistica. Il nostro settore è stato comunque più fortunato di altri. Adesso siamo in una fase di esplosione del lavoro, visto che in tantissimi hanno controllato e riparato l’auto per spostarsi e andare in vacanza. Di qui a fine anno ci aspettiamo tuttavia difficoltà di reperimento della merce”. Anche Giuseppe Salvaggio, titolare della Sa.Di.Ri Group di Grotte (con due filiali in zona Licata e Agrigento),  ha evidenziato il cambio di rotta innescato dalla pandemia. “Questo particolare periodo ci ha fatto capire le aziende su cui puntare, i clienti a cui dare fiducia: è nei momenti di maggiore difficoltà che un’azienda può riuscire a fortificarsi. Nel 2021 siamo tornati agli stessi numeri del 2019, ma ora la cosa più importante è non abbassare i margini”.

Anche il ricambista Giuseppe Salvaggio della Sadiri Group ha ristretto il tempo di pagamento ai clienti, chiedendosi tuttavia se il tempo non porti a dimenticare questo cambiamento. “Personalmente sono deciso a non tornare indietro e spero che tutti i ricambisti riescano a tenere questa linea, visto che in passato siamo stati delle banche e se fossimo stati più lungimiranti avremmo probabilmente guadagnato tutti di più”.

Il ricambista Paolo Maria di Leonforte ha raccontato che nella zona di Enna, più povera rispetto ad altre province siciliane, “il contesto è diverso e si continua a fare credito, anche se i pagamenti sono diventati molto più puntuali. Abbiamo avuto una crescita non indifferente quest’anno, con cui cercheremo di coprire quello che abbiamo perduto nei mesi del lockdown”. Lelio Rabita della 2 Erre di Barrafranca racconta di provenire da una generazione dove era quasi tassativo fare credito ai clienti. “Con il Covid, e con l’ingresso in azienda di mio nipote, le cose sono tuttavia cambiate e il credito è stato tolto. Abbiamo un negozio anche a Brescia, nei mesi del lockdown si è sofferto di più al Nord, ma con la ripresa stiamo lavorando bene”.

Aumento dei listini ricambi e reperibilità merce

Al centro delle discussioni anche gli aumenti dei listini degli ultimi mesi – su cui tutti i fornitori hanno dovuto mettere mano – e la crescente difficoltà di reperimento dei prodotti, che interessa in primo luogo i distributori e a ruota anche i ricambisti. Tale circostanza è stata confermata dai fornitori presenti alla tavola rotonda. Roberto Sozza di Metelli ha posto l’attenzione sui “costanti rincari delle materie prime e sull’aumento esponenziale del costo del trasporto dei container, che hanno costretto i fornitori – dopo avere tenuto duro per mesi – ad applicare aumenti su alcuni prodotti”. Pietro Lo Dico di Marelli ha invitato a concentrarsi sulle nuove opportunità che si sono aperte: “La Sicilia è una regione felice e occorre che tutta la filiera si impegni a infondere fiducia; per quanto riguarda la reperibilità dei prodotti le difficoltà maggiori si sono avute subito dopo il lockdown, ma adesso le produzioni stanno riprendendo un buon ritmo”. Le difficoltà di approvvigionamento sono state evidenziate anche dai titolari di Autocom: “La nostra azienda negli anni si è distinta per tenere sempre scorte alte e assicurare la disponibilità di prodotto; mai come in quest’anno, tuttavia, stiamo soffrendo per le difficoltà di evasione degli ordini fatti ai fornitori”, ha detto Manlio La Rosa. Un’azienda per crescere e consolidarsi e non semplicemente per sopravvivere deve necessariamente investire, altrimenti alle prime difficoltà crolla. Il mondo del ricambio deve inoltre trovarsi preparato ad affrontare le nuove sfide legate alla transizione verso l’elettrico. Sebbene i ricambisti concordino che tale passaggio non sarà repentino e che l’elettrico nasconda anche numerosi punti di debolezza – autonomia limitata, reti di ricarica poco capillari, problemi di smaltimento e inquinamento legati al ciclo di vita del veicolo elettrico – appare necessario prestare la massima attenzione alle decisioni che verranno prese dai legislatori e dalle Case auto.