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Radiazioni per esportazione: allarme illegalità

Dietro il boom di radiazioni per l'esportazione si nascondono numerosi illeciti. A lanciare l'allarme è l'Associazione degli Autodemolitori

Dietro il boom di radiazioni per l’esportazione si nascondono “vari profili di illegalità, dal punto di vista fiscale, di responsabilità civile e ambientale”. A lanciare l’allarme è l’associazione degli Autodemolitori (Assodem), che evidenzia come il forte aumento delle radiazioni per l’esportazione (733.000 nel 2013, quasi 240.000 in più rispetto al 2009) nasconda pratiche illecite. Tra questi ci sono le reimmatricolazioni con targa estera, che consente a molte auto di lusso di continuare a circolare in Italia evitando di pagare superbollo e ostacolando la notifica delle multe, oltre a risultare invisibili al redditometro. C’è poi il riciclaggio dei pezzi di ricambio per fornire il mercato illecito. Assodem contesta l’articolo 103 del nuovo codice della strada che consente di radiare il veicolo prima di esportarlo. Secondo Anselmo Calò, Presidente degli automodemolitori, “la cancellazione dell’auto dal registro, senza la contestuale iscrizione in un Pra estero, fa entrare il veicolo in una sorta di limbo. Da quel momento si interrompe l’obbligo del pagamento della tassa automobilistica”.

Assodem stima che il 30-40% dei veicoli radiati per esportazioni non rientrano nella mobilità del paese di destinazione, ma finiscono per essere demoliti all’estero, soprattutto in Nord Africa e nell’Est europeo, danneggiando tutti i centri di demolizione professionali italiani che hanno investito per essere in regola e per rispettare la salvaguardia ambientale. Calò parla inoltre di “concorrenza sleale” e propone una semplice soluzione: permettere la domanda di radiazione per esportazione “esclusivamente all’ultimo proprietario intestatario del veicolo”.