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Lotta dura alla contraffazione

Il gruppo di lavoro “Prodotto” di Anfia, coordinato da Fabio Pellegrini (nella fotogallery) collabora con la Guardia di Finanza per definire un piano d’azione comune per contrastare la contraffazione

 

Nel secondo appuntamento che Parts dedica alle attività e ai progetti portati avanti da Anfia-Aftermarket ci concentreremo sull’ “Area Prodotto”, che vede un apposito gruppo di lavoro impegnato attivamente per difendere la qualità dei prodotti e arginare il fenomeno della contraffazione, sensibilizzando al contempo tutta la filiera. Dal 2012 il “gruppo Prodotto” è coordinato da Fabio Pellegrini, Direttore Commerciale Italia di Sogefi, affiancato da Samuele Zoccarato (Gruppo Imasaf), Fabio Pacchioni (Federal-Mogul), Massimo Pedrana (Olsa) e Laura Orselli (Lorett).

La lotta alla contraffazione è uno dei nodi cruciali su cui si stanno concentrando le energie del gruppo. Negli ultimi anni si è intensificato il rapporto con la Guardia di Finanza per definire una strategia d’azione comune volta a bloccare un fenomeno sempre più diffuso e che danneggia l’intera filiera, dal componentista all’automobilista.

Il 18 novembre c’è stato un importante incontro tra il gruppo di lavoro Anfia e il Comandante del Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale della Guardia di Finanza, il Tenente Colonnello Vincenzo Tuzi. Un incontro estremamente “operativo”, come è stato definito dallo stesso Colonnello Tuzi, durante il quale il team Anfia si è impegnato a fornire informazioni e strumenti concreti per identificare i prodotti contraffatti. La Guardia di Finanza, da parte sua, si è impegnata a mettere a disposizione della filiera automotive un’apposita sezione del sito Siac (in cui confluiranno le varie informazioni e segnalazioni) e a svolgere incontri specifici sulle aree a rischio per attivare anche Polizia e Carabinieri.

Difendere la qualità

La lotta alla contraffazione si collega a doppio filo alla qualità del prodotto, sulla quale da sempre “vigila” con attenzione l’area “Prodotto” di Anfia.

Tra gli obiettivi prioritari c’è quello di alzare il livello di attenzione sulla qualità dei ricambi immessi sul mercato, e a questo scopo è in fase di definizione un “vademecum” sulla qualità che consenta di separare i prodotti che rispettano le specifiche di produzione (qualità equivalente all’originale) da quelli low cost e di importazione di basso livello che si stanno diffondendo nel nostro Paese. La qualità costruttiva dei componenti impatta infatti direttamente sulla sicurezza stradale, e tutta la filiera – dal distributore fino all’installatore e all’automobilista – deve rendersi conto delle responsabilità e delle conseguenze che comporta l’installazione di un ricambio di scarsa qualità.

“È fondamentale sostenere aziende come le nostre che investono centinaia di milioni di euro in ricerca e sviluppo per sviluppare per i costruttori prodotti di assoluta qualità che vengono poi venduti nello Iam – afferma Pellegrini – Se i brevetti vengono copiati immettendo sul mercato prodotti low cost che non rispettano le specifiche di produzione e che vengono venduti esclusivamente per il prezzo, ciò va a danneggiare tutto l’impegno che le nostre aziende impiegano per sviluppare un prodotto qualitativamente valido”, spiega Pellegrini.

“Quando poi si parla di prodotti specifici – prosegue il Direttore Commerciale Italia di Sogefi – come ad esempio pastiglie freno, testine sterzo, filtri olio e candele, un particolare di scarsa qualità può compromettere seriamente la sicurezza dell’automobilista, ed è per questo che ci stiamo impegnando anche sul versante della sensibilizzazione all’utente finale, cercando di alzare significativamente la soglia di attenzione dell’automobilista sulla qualità dei ricambi installati sulla sua vettura”.

A questo scopo, Anfia è intenzionata a contattare il Ministero dello Sviluppo Economico per lanciare una campagna di “pubblicità progresso” volta a sensibilizzare gli automobilisti sulla qualità dei ricambi e la sicurezza del montaggio, i due elementi chiave per garantire la sicurezza del veicolo e dei suoi occupanti.

In prima linea contro la contraffazione

L’intensificata collaborazione con la Guardia di Finanza sarà decisiva per arginare il fenomeno della contraffazione. Il 18 novembre il gruppo di lavoro “Prodotto” di Anfia ha incontrato il team del Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale, guidato dal Tenente Colonnello Tuzi, per fare il punto della situazione. In primo luogo si è cercato di capire quali informazioni e strumenti servono alla Guardia di Finanza per intervenire efficacemente attraverso i controlli sul territorio.

L’identificazione di un prodotto contraffatto non è infatti cosa semplice, e più i componentisti riescono a fornire informazioni dettagliate su come identificare i prodotti falsi più la Guardia di Finanza ha la possibilità di agire tempestivamente. A questo scopo, all’interno del sito Siac della GdF (www.siac.gdf.it) verrà attivata un’apposita sezione in cui le consociate Anfia potranno inviare le specifiche sul prodotto contraffatto, preservando l’anonimato e la sensibilità dei dati forniti.

Il sito raccoglierà anche le segnalazioni degli operatori in merito a prodotti contraffatti, consentendo così di accumulare quante più informazioni possibili per contrastare il fenomeno. L’accesso alle informazioni contenute nel sito è riservato ai soli reparti operativi del Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale, garantendo in tal modo la protezione dei dati sensibili. La Gdf disporrà così di un database, costantemente implementato e aggiornato, che le consentirà di avere le informazioni “chiave” per potere agire.

Le aziende che fanno parte di Anfia sono dunque invitate a fornire le evidenze che permettano di distinguere il prodotto falso da quello vero (differenze sui codici, sui marchi, sul packaging e sulla grafica), corredate da foto esplicative che aiutino a rilevare a colpo d’occhio quei dettagli che rappresentano un “campanello d’allarme” per individuare i falsi. Si tratta di una sorta di “identikit” dei prodotti, dunque, che può diventare un fondamentale strumento operativo per l’attività della Guardia di Finanza. Anfia si impegna inoltre a raccogliere le informazioni dalle varie associate suddividendole, in base alle famiglie di prodotto, in Cluster da trasferire al Nucleo Operativo. In questo modo, sarà possibile incrociare i dati e le segnalazioni di aziende che producono la stessa tipologia di prodotto, rendendo lo strumento ancora più efficace. Il tutto garantendo anonimato e riservatezza dei dati trattati.

“Vogliamo preservare la totale riservatezza dei dati e delle informazioni raccolte e invitiamo le aziende ad ‘aprirsi’ tra loro e non avere paura a denunciare un’eventuale diffusione del prodotto contraffatto: è importante che le aziende siano tra loro solidali e collaborino attivamente al progetto”, spiega Pellegrini.

Interventi mirati

Anfia è dunque intenzionata a fare un lavoro capillare per raccogliere quante più informazioni possibili da fornire alla GdF, alzando la soglia di attenzione e consentendo di intervenire con maggiore efficacia. A questo scopo il Nucleo Speciale si è detto pronto a pianificare degli incontri specifici nelle aree a maggiore rischio, volti a formare i Nuclei Operativi ai diversi livelli (Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Municipale).

Tale attività congiunta è stata già sperimentata con successo in altri settori importanti per la nostra economia, come l’abbigliamento, portando importanti risultati.

Sempre nell’ottica di contrastare più incisivamente il fenomeno, alle aziende di Anfia è stato chiesto di segnalare quali sono le aree d’Italia con la più alta possibilità di riscontrare prodotti contraffatti, da quali zone del mondo arrivano i maggiori quantitativi di prodotti contraffatti e quali sono le categorie di prodotti/componenti più a rischio. Queste e altre domande sono contenute nell’apposito questionario/manuale operativo anticontraffazione che Anfia ha inviato nei giorni scorsi alle proprie consociate, insieme a richieste specifiche sulle modalità per identificare il prodotto contraffatto, la falsificazione del marchio, del packaging oppure delle diciture/etichette di origine del prodotto. Messe insieme, tutte queste informazioni andranno a costituire una prima e importantissima base per il lavoro della Guardia di Finanza, che potrà essere costantemente implementata attraverso il sito Siac. Un primo feedback della raccolta di queste informazioni è atteso per metà gennaio.