Normativa

Esportazione auto usate: arriva la stretta del PRA

Il PRA ha emanato una circolare per cercare di arginare il fenomeno delle radiazioni per esportazione all'estero, dietro cui si nascondono vari profili di illegalità

Era stata Assodem, l’associazione di categoria degli autodemolitori, a lanciare recentemente l’allarme sul fenomeno delle auto esportate all’estero: solo l’anno scorso 700.000 veicolo hanno varcato i confini nazionali, e dietro la crescita di questo fenomeno si nasconderebbero vari profili di illegalità. Un caso è quello della reimmatricolazione con targa estera, che consentirebbe alle auto di lusso di continuare a circolare sul territorio nazionale (con targa estera) evitando di pagare il superbollo e nascondendosi al redditometro. Ma dietro la fuga all’estero di autombili ci sarebbero anche traffici di ricambi, con auto non più immatricolate e smontate per alimentare il mercato illecito dei ricambi.

Per arginare il fenomeno il PRA ha emanato una circolare sulle “radiazioni per definitiva esportazione all’estero” e “radiazioni per esportazione di veicoli sottoposti a ipoteca”.
Come aveva sottoineato Calò, Presidente di Assodem, il fatto che attualmente venga consentito di radiare prima di esportare dà luogo però a numerose ricadute negativa: “la cancellazione dell’auto dal registro, senza la contestuale iscrizione in un Pra estero, fa entrare il veicolo in una sorta di limbo. Da quel momento si interrompe l’obbligo del pagamento della tassa automobilistica. Così come viene meno la tutela di eventuali terzi danneggiati dalla circolazione del mezzo, che non ha più un intestatario”. Un’altra delle criticità riguarda l’illecito smaltimento dei cosiddetti “end life vehicle”. “Secondo le nostre stime circa il 30-40% dei veicoli radiati per esportazioni non rientrano nella mobilità del Paese di destinazione, ma finiscono per essere demoliti all’estero – prosegue Calò – questo avviene soprattutto nel Nord Africa e nell’Est europeo”:

Tali problmatiche sono state sottoposte all’attenzione del ministero della Giustizia, il quale ha espresso parere favorevole all’adozione di misure finalizzate a contrastare in modo più efficace il fenomeno.
Così, dal 14 luglio, alle formalità di radiazione per esportazione dovrà essere sempre allegata la fotocopia della carta di circolazione estera o l’attestazione di avvenuta reimmatricolazione all’estero. La fotocopia, in caso di esportazione in Paesi extra Ue, deve essere accompagnata da traduzione asseverata (“certificata”). Qualora la radiazione venga richiesta quando il veicolo è stato esportato ma non ancora reimmatricolato all’estero, è comunque possibile richiedere la formalità di radiazione a condizione che venga allegata alla formalità documentazione comprovante l’avvenuto trasferimento del veicolo all’estero (documento di trasporto, bolla doganale), oltre ovviamente all’originale della carta di circolazione italiana, al certificato di proprietà e alle targhe. Allo scopo di garantire il rispetto di tale nuova disposizione, è stato inserito un controllo bloccante nelle procedure STA e Copernico che impedisce la presentazione con esito positivo delle formalità di radiazione per esportazione in assenza dell’indicazione della data di reimmatricolazione estera o dell’avvenuta esportazione risultante dal documento di trasporto o dalla bolla doganale

Altro probelma è che la radiazione per esportazione è utilizzata in modo fraudolento anche da chi ha un veicolo sottoposto a vincoli (ipoteche, sequestro, pignoramento, fermo). In presenza di richieste di radiazione per definitiva esportazione aventi a oggetto veicoli sui quali siano iscritti tali vincoli, la formalità potrà essere accettata solo se alla richiesta viene allegato un atto comprovante l’assenso alla radiazione da parte del creditore.

Resta un interrgoativo: con questa circolare si comabattano davvero le truffe o si mette il bastone tra le ruote a chi vuole semplicemente vendere un’auto usata?