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Convegno ANFIA “Scenari internazionali nel settore automotive”

Assemblea Gruppo Componenti ANFIA: le strategie da adottare di fronte al’evoluzione dei mercati e degli attori in gioco, in un mondo della mobilità dai confini e dai contenuti in forte trasformazione

Si è svolto oggi a Torino, presso l’Auditorium grattacielo Intesa Sanpaolo, il convegno “Scenari internazionali nel settore automotive”, organizzato da ANFIA in occasione dell’Assemblea del Gruppo Componenti dell’Associazione come momento di confronto sui trend evolutivi dell’automotive a pochi mesi dalla chiusura del 2016, un anno che ha visto il comparto della componentistica confermarsi uno dei settori più vivaci.

Ha aperto i lavori Giuseppe Barile, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA, che ha ricordato le principali attività portate avanti negli ultimi mesi da ANFIA a favore della componentistica automotive sul fronte dell’internazionalizzazione, dei temi legali e finanziari, della lobby, dell’innovazione e della formazione, senza contare l’avvio di nuove iniziative, come quelle legate alla neo-costituita Sezione Motorsport. Dopo una breve panoramica sui maggiori trend tecnologici che guidano l’industria dell’auto verso soluzioni di mobilità sempre più sostenibili, sicure e innovative, il Presidente ha accennato al susseguirsi di acquisizioni e collaborazioni industriali tra diversi player nel settore, in vista di nuovi progetti congiunti, sottolineando anche come tutte le Case auto stiano sviluppando servizi di mobilità e di car sharing, nonché sistemi di guida autonoma. Un comparto, quest’ultimo, che sta portando nuovi attori, provenienti soprattutto dal settore ICT, ad affacciarsi nel mondo della mobilità, contribuendo a trasformarne lo scenario.

La componentistica italiana, comparto che in Italia conta circa 2.000 imprese e 136.000 addetti, per un fatturato annuale di circa 39 miliardi di Euro, nel 2016 ha visto salire il valore delle esportazioni a 19,97 miliardi di Euro (+0,3% rispetto al 2015), con un saldo della bilancia commerciale attivo per 5,5 miliardi – ha dichiarato Giuseppe Barile, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA. Al di là delle positive ricadute del trend crescente della produzione nazionale di autoveicoli, si conferma, quindi, la capacità dei componentisti di mantenere alti i livelli di export grazie ad una riconosciuta qualità e innovazione dei loro prodotti e processi produttivi, e alle posizioni conquistate sui mercati internazionali nel corso dei decenni. Negli ultimi anni, inoltre, alcuni aree come il Nord Africa e l’Iran, hanno aperto nuove opportunità, che la filiera può e deve cogliere, studiando strategie di penetrazione adeguate alle peculiarità di questi mercati. Le prospettive che abbiamo di fronte, nonostante la tempesta politica innescata dalla Brexit e dall’elezione del Presidente USA Donald Trump, e le tendenze nazionaliste e protezioniste che si osservano da più parti, non sono destabilizzanti. L’Europa presenta una situazione tutto sommato positiva – anche grazie alla protezione contro attacchi speculativi fornita dalla BCE e al Piano Junker come stimolo per gli investimenti in ricerca e sviluppo – con moderate aspettative di crescita e alla ricerca di una nuova stabilità. Guardando alle imprese della nostra filiera, è probabile che le grandi multinazionali saranno chiamate ad un adattamento in ottica locale, e quindi a una maggiore flessibilità, ovvero a rispondere maggiormente ai contesti, alle regole legislative e fiscali e, in generale, alle esigenze delle singole nazioni in cui operano le loro consociate. Si intravedono, al contempo, significative opportunità per le PMI, che potranno far leva sulla loro prossimità al mercato e sfruttare al meglio le nuove tecnologie dei processi produttivi – Industry 4.0 e digitalizzazione – a favore della massima flessibilità e customizzazione dei prodotti”.

Il successivo intervento, a cura di Giorgio Elefante, Associate Partner PwC, ha avuto l’obiettivo di analizzare l’evoluzione del settore automotive in termini di alleanze fra player e conseguenti riflessi per la filiera. Il 55% dei top 20 automotive deals del 2016 ha riguardato i fornitori. Le attività legate a fusioni e acquisizioni, nel complesso, sono state 42 per i produttori di autoveicoli, 217 per i componentisti e 324 per altri segmenti. Il 26% di queste attività ha avuto acquirenti finanziari. Confini e contenuti dell’ecosistema “mobilità” stanno cambiando, con nuove e interessanti implicazioni per gli operatori della filiera automotive.

Il terzo intervento ha avuto per protagonista Georges Bui, Purchasing Vice President di PSA Group, che ha illustrato la strategia del Gruppo nell’area Middle East & Africa, considerata il terzo pilastro della crescita di PSA insieme a Europa e Cina. Stando alle previsioni di un mercato, per quest’area, attorno a 8 milioni di vetture al 2025, PSA intende raggiungere l’obiettivo di un milione di unità vendute investendo in due joint venture in Iran – del brand Peugeot con Iran Khodro nel 2017 e del brand Citroen con Saipa el 2018, per una capacità produttiva locale di 400.000 unità all’anno – un nuovo stabilimento in Marocco, un probabile nuovo stabilimento in Algeria e nuovi piccoli stabilimenti di assemblaggio in Africa. Significative opportunità si aprono per i componentisti di fronte a questa strategia di forte localizzazione produttiva in un’area ad alta crescita, che necessita di un salto di qualità a livello tecnologico.

Virgilio Cerutti, Head of Business Development Central Coordination FCA ha poi trattato in dettaglio il tema dei trend tecnologici ed evolutivi del settore automotive, sottolineando come la sostenibilità dei prodotti e dei processi sia destinata a diventare un elemento dal valore economico sempre più importante, in funzione anche dei trend di crescita della popolazione mondiale e della produzione globale di autoveicoli leggeri, nonché della densità automobilistica mondiale, che passerà dall’attuale valore di un’auto ogni 5,6 persone a un’auto ogni 3,5 persone al 2050. I driver chiave nell’evoluzione dell’automotive restano la riduzione delle emissioni di CO2 – con l’alleggerimento dei veicoli e lo sviluppo di motori sempre più performanti – la sicurezza e la connettività. L’autonomous driving, che tocca gli ultimi due, darà vita a nuovi modelli di business in cui si assisterà ad un matching delle competenze tra i player tradizionali dell’industria automotive e nuovi attori, in un rapporto guidato dall’innovazione e destinato a generare know-how.

Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo, infine, ha presentato la visione del settore automotive da parte del sistema bancario, un settore che investe e innova – l’intensità degli investimenti in R&S è superiore alla media del manufatturiero – e per il quale gli affidamenti del Gruppo Intesa Sanpaolo (ISP) nel 2016 sono cresciuti del 32% rispetto all’anno precedente. Il Presidente, inoltre, ha sottolineato la proficua collaborazione in atto con ANFIA per declinare su questo specifico comparto il Programma sviluppo filiere avviato da ISP per sostenere le filiere italiane di eccellenza.