Attualità

Anfia, automotive e Transizione 5.0: Iniziativa presenta il progetto Sure

Anfia e Iniziativa: un workshop a Torino per affrontare il tema dell'impatto della Transizione 5.0 sulle aziende automotive del territorio italiano, Piemonte in testa. Presentato il progetto Sure 5.0

“Il futuro non sarà più quello di una volta” è il titolo del workshop organizzato a Torino lo scorso 8 aprile da Anfia e Iniziativa che analizza l’impatto della Transizione 5.0 sull’automotive.

All’evento hanno partecipato FinPiemonte, Regione Piemonte, UniCredit, Anfia e Comune di Torino. All’evento, Iniziativa, management consulting company ha presentato il progetto europeo Sure 5.0, a cui Anfia  partecipa, creato per accompagnare le PMI  italiane nella transizione industriale. 

Transizione 5.0 e industria automotive in Piemonte

La Transizione 5.0 rappresenta una grande opportunità per le imprese piemontesi, ma non è scevra di rischi per chi non gestirà in modo proattivo il cambiamento.

L’Industria 5.0 è destinata ad impattare fortemente sui modelli organizzativi e di produzione delle aziende che avranno al centro del nuovo modello l’approccio human centric, la sostenibilità  e la resilienza.

A Torino hanno partecipato come relatori,  oltre ai professionisti di Iniziativa Ivo Allegro  (CEO), Marco Messina (partner) e Marco  Volontà (associato dell’ufficio di Torino), l’Assessora  all’Innovazione e digitalizzazione del  Comune di Torino Chiara Foglietta, Christian Baio di Spin360, Antonio Epifani, ESG Expert  Region Nord Ovest di UniCredit, Michele  Vietti, Presidente di FinPiemonte, Gianmarco  Giorda, Direttore Generale di Anfia, Marco  Montermini, Responsabile Corporate Nord  Ovest di UniCredit, Gianluca Vignale, Capo  di Gabinetto della Presidenza della Regione  Piemonte.

Il tessuto produttivo piemontese, che rappresenta uno dei motori dell’economia italiana,  ha una struttura dove la polverizzazione imprenditoriale non ha valori dissimili da quelli  nazionali.

Il workshop ha certificato come il tradizionale posizionamento di molte delle  imprese piemontesi, basato sul “bello e ben  fatto” deve virare su un paradigma più evoluto  basato su “automazione, creatività, tecnologia”,  che genera vantaggi di performance  evidenti ed è ancora superiore nelle imprese  che puntano su innovazione originale e proprietaria  mediante Ricerca e Sviluppo (R&D).

A questo si possono affiancare strategie di  crescita per linee esterne volte a fare massa  critica attraverso acquisizioni mirate e strategie  di investimento in logica 5.0, anche supportate  dagli strumenti agevolativi dispiegati  a livello governativo come illustrato da Marco  Messina sulla “cassetta degli attrezzi”, in  riferimento alla quale ha anche presentato la  terza transizione, quella finanziaria, indotta  dalle nuove regole EBA e dalle norme sugli  adeguati assetti organizzativi che influenzano  le modalità con cui le banche concedono il  credito.

L’intervento di Christian Baio si è concentrato sulle nuove competenze che la trasformazione in atto, nello specifico quella dell’evoluzione verso la mobilità elettrica, richiede e che deve orientare i percorsi di formazione  iniziale e continua dei prossimi anni.

Anfia: diversificare senza abbandonare l’automotive

Presente al workshop, il Direttore Generale  di Anfia Gianmarco Giorda ha dichiarato:

  • “A partire dalla sigla dell’accordo Anfia-Mimit dello scorso ottobre, la nostra associazione  ha assunto il ruolo di interlocutore identificato  dal Governo per definire un piano di transizione  della filiera industriale automotive mirato ad accompagnare  e supportare le imprese nei processi di  digitalizzazione e decarbonizzazione di prodotti  e processi“.
  • “Il lavoro che  abbiamo svolto in questi mesi nell’ambito del  Tavolo Sviluppo Automotive si è concentrato  su tutti i fattori che incidono sulla competitività  del nostro comparto industriale – mercato  e produzione, efficientamento produttivo, ricerca e sviluppo, formazione e occupazione,  transizione della componentistica – andando  a individuare per ciascuno obiettivi realizzabili  attraverso l’implementazione di misure ad  hoc, come l’incremento dei volumi produttivi  di autoveicoli sul territorio e il mantenimento e lo sviluppo delle competenze nazionali in  termini di progettazione e ricerca e sviluppo”.

Le aziende piemontesi dell’automotive sapranno spostare i loro investimenti in settori contigui?

  • “È una capacità che nelle aziende  del Piemonte c’è e ci deve essere e Anfia, in  primis, non si stanca di spingere le imprese  della componentistica verso la diversificazione  su altri settori come quello energetico,  dell’idrogeno e dell’aerospazio.  Oggi, per chi  vuole investire in altri settori, ci sono opportunità  interessanti; inoltre, senza suscitare  allarmismi, è certo che da oggi ai prossimi  anni la transizione farà uscire dal mercato  una parte di componentisti piccoli e medi  che non hanno la forza di riconvertirsi sulle  nuove tecnologie. Non va però dimenticato che gli operatori dell’automotive sono stati spesso innovatori di frontiera: non deve quindi  spaventare la diversificazione, una strada che  deve essere battuta senza però disinvestire  sul settore che noi rappresentiamo, cioè quello  dell’automotive”.

Nel 2026 a livello europeo si potrà  rivedere questo regolamento  alla luce della percentuale di accoglimento  dell’auto elettrica in EU

  • “Quello che Anfia  sta facendo e continuerà a fare con il nuovo  Parlamento e la nuova Commissione sarà non  tornare indietro, perché sarebbe anacronistico  e sbagliato nei confronti di quelle aziende  che in questi anni hanno investito in maniera  importante sull’elettrico, ma la nostra azione sarà indirizzata a fare in modo che all’elettrico  si accompagnino altre soluzioni tecnologiche  che da una parte abbiano un effetto importante sulla decarbonizzazione, ad esempio  gli e-fuel e i bi-fuel, e dall’altra permettano di  mantenere in vita delle parti di industria legata  all’endotermico che potranno continuare a  produrre dei motori neutri dal punto di vista  della CO2, rendendo più razionale la transizione,  frutto così di una neutralità tecnologica  e non di posizioni ideologiche a priori”.