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Giro di vite contro i contachilometri taroccati

La FIA chiede all'UE provvedimenti per bloccare la truffa dei chilometri scalati, che riguarderebbe il 40% delle auto usate. La soluzione è semplice, e basterebbe seguire l'esempio del Belgio

Il dato è allarmante: il 40% delle auto usate è stato “ringiovanito”, togliendo un po’ di chilometri dal contachilometri. Basta infatti un dispositivo del costo di 150 euro, che si collega alla porta OBD del veicolo, per alleggerire i chilometri e piazzare sul mercato un’auto più nuova di quello che è realmente, con tutti i rischi per la sicurezza che questo comporta. Ma, oltre al problema della sicurezza, si tratta di una truffa bella e buona, che -secondo le stime – crea un danno di 9,6 miliardi in tutta Europa. In realtà basterebbe poco per dare un giro di vita al problema ed è proprio la FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) a chiedere provvedimenti in materia. Una soluzione potrebbe essere quella di seguire l’esempio del Belgio, dove un’auto usata può essere venduta solo con il Car-Pass. Si tratta di un certificato anticontraffazione dei chilometri che viene rilasciato dopo un’ispezione tecnica. Per vendere un’auto occorre dunque munirsi di tale certificato (che non può essere più vecchio di due mesi) che attesta, al costo di appena 7 euro, che il contachilometri non è stato manipolato.
Secondo la FIA potrebbe bastare anche un semplice database europeo che raccolga i chilometri che officine, centri di revisione e compagnie assicurative leggono sul contachilometri ogni volta che effettuano un intervento o avviano una pratica. La FIA chiede inoltre alle stesse Case Auto un maggiore impegno per rendere inviolabili, comunque più difficili da manomettere, i contachilometri delle auto. Basterebbe davvero poco dunque per frenare un reato sempre più diffuso e che in Italia viene punito con una semplice sanzione.