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Demolizione auto: le nuove regole

La proposta di Regolamento europeo sui veicoli a fine vita impone standard più elevati in termini di recupero, riciclo e responsabilità produttiva. Obiettivo: un settore più efficiente, ecologico e trasparente

Addio zona grigia: il fine vita dei veicoli sta per entrare nell’era delle responsabilità certe. Con la nuova proposta di Regolamento dal Parlamento Europeo sul trattamento dei veicoli fuori uso (End of Life Vehicle, ELV), la filiera dell’autodemolizione si trova di fronte a una svolta epocale: recuperare almeno l’85% di ogni singolo veicolo, spazzare via lillegalità, tracciare ogni componente e, soprattutto, coinvolgere direttamente i costruttori, obbligati a farsi carico di ciò che accade ai loro prodotti una volta giunti “al capolinea”.

A richiamare l’attenzione sull’argomento è stata l’ADA, Associazione Demolitori Autoveicoli, nel corso di un incontro organizzato a Roma il 9 giugno scorso dal titolo: “A che punto siamo con il nuovo Regolamento ELV?”. Sul tavolo obiettivi ambiziosi, scadenze stringenti e una sfida tecnologica che non ammette passi indietro. Con un punto chiaro sin da subito: la stringente necessità di una maggiore sinergia tra case automobilistiche e autodemolitori.

Il cuore della proposta di Bruxelles è l’EPR, la responsabilità estesa dei produttori di veicoli. Quando questa normativa sarà approvata, ammesso che lo sarà in questa formulazione, ogni casa automobilistica dovrà coprire i costi di raccolta e trattamento che non siano già compensati dalla vendita di ricambi usati o dalle materie prime secondarie riciclate. L’obiettivo, illustrato da PauliusSaudargas, relatore della proposta di Regolamento ELV del Parlamento Europeo, è duplice: sostenere la transizione verso uneconomia pulita e circolare entro il2050 e preservare le materie prime critiche per lindustria, di cui l’Europa è povera.

Demolizione auto: semplificare le operazioni di smontaggio

Per raggiungere questi target bisogna puntare su ecodesign e circolarità. In parole povere, i produttori di veicoli dovranno semplificare il più possibile le operazioni di smontaggio, un aspetto che diventa parte integrante della fase di sviluppo e realizzazione di un mezzo. Componenti facili da disassemblare e un passaporto digitale dei materiali renderanno trasparente il valore recuperabile di ogni veicolo, riducendo la dipendenza da materie prime importate e tagliando le emissioni della fase di produzione, contribuendo così a contrastare il cambiamento climatico. Ma anche la lotta all’esportazione illegale di rottami e ricambi fa parte delle iniziative chiave previste dal nuovo testo europeo.

La principale innovazione del Regolamento è l’obbligo, entro cinque anni, per ciascun impianto di trattamento (ATF), di raggiungere una quota minima dell’85% di recupero per veicolo demolito. Senza questo risultato, la permanenza nel mercato sarà preclusa. Come chiarito da AnselmoCalò, presidente dell’ADA, la norma recepisce molte proposte dellassociazione, tra le quali garantire la presenza di tutti gli attori della filiera negli organi decisionali dellEPR e promuovere attivamente la collaborazione tra demolitori e case auto.

Cinque passaggi chiave per chiarezza e tutela

Nell’ambito dell’evento, Matteo Mussini, direttore di Must & Partners, ha invece individuato cinque elementi fondamentali per garantire chiarezza normativa:

  1. definizione precisa di “impianto autorizzato” per evitare ambiguità;

  2. equilibrio tra potere degli ATF (gli impianti di trattamento) e dei produttori;

  3. rappresentanza effettiva degli ATF nei processi decisionali;

  4. separazione dei ruoli tra impianti di trattamento e punti di raccolta;

  5. proporzionalità nell’obbligo di rimozione di parti, per evitare carichi eccessivi sugli operatori.

Gli eurodeputati StefanoCavedagna e PierfrancescoMaran hanno sottolineato limportanza di tutelare le piccole e medie imprese del settore, spesso strutturate come microimprese familiari. In particolare, il riconoscimento normativo della differenza tra demolitore e frantumatore”, finora ignorata, è stato ritenuto fondamentale per evitare uneccessiva burocrazia che avrebbe potuto eliminarle dal mercato. Maran ha evidenziato, inoltre, l’allarme dei tre milioni di veicoli l’anno che spariscono nel nulla in Europa e ha accolto con favore le misure che mirano a limitare le esportazioni illegali.

Il ruolo chiave dei costruttori

La partecipazione alla tavola rotonda di XavierKaufman, vicepresidente di The Future Is Neutral per Renault, ha confermato limpegno delle case automobilistiche. Dal comparto sono emersi spunti per una gestione sostenibile del fine vita dei veicoli, tanto nelle fasi di progettazione quanto in quelle di smaltimento e riciclo, rafforzando il legame tra produzione e demolizione.

La normativa, dunque, crea opportunità significative per gli autodemolitori virtuosi, soprattutto se pronti a innovare e collaborare. Tuttavia, l’obbligo dell’85% di recupero rappresenta una sfida organizzativa e tecnologica, che richiederà investimenti in formazione, attrezzature e digitalizzazione. Allo stesso tempo, la regolamentazione rafforza la struttura del settore, iniziando a contrastare il mercato nero dei ricambi e gli smaltimenti illegali.

In definitiva, il Regolamento ELV rappresenta una pietra miliare per il comparto del fine vita veicoli: introduce responsabilità nette, obiettivi concreti e una visione strategica di lungo periodo. Ma la vera svolta dipenderà dalla capacità degli operatori – demolitori, case auto e istituzioni – di costruire una partnership leale e funzionale. Se questi propositi si concretizzeranno, si realizzerà un traguardo virtuoso, un perfetto equilibrio tra ambiente, competitività e salvaguardia delle piccole realtà imprenditoriali.

di Roberto Barone