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Brexit, quali ripercussioni per il mondo dell'auto?

I mercati hanno immediatamente accusato il colpo. Come reagirà il mercato dell'auto? E cosa faranno i costruttori che hanno sedi e stabilimenti produttivi in UK?

Il Brexit ha colto tutti di sorpresa, e i mercati hanno subito reagito in maniera drammatica, con crolli su tutte le piazze mondiali. Ma oltre alle massicce perdite in borsa, che conseguenze si prospettano per il mondo dell'auto? Cosa cambierà per i gruppi che hanno sedi e stabilimenti produttivi in UK? Difficile dirlo, anche perchè è l'incertezza la vera protagonista di questi primi giorni dopo lo shock.

Il dato di fatto è che il Regno Unito – dopo la Germania – è il secondo mercato nazionale europeo per volumi (18,5% sul totale UE). Nel 2015 gli inglesi hanno acquistato 2.633.503 di auto (+6,3%) e nei primi cinque mesi di quest'anno la crescita è stata del 4,1%. Il possibile ritorno dei dazi doganali sulle auto prodotte in Ue (o in paesi che hanno accordi commerciali con l'Unione) e vendute oltremanica potrebbe avere un effetto depressivo, con un generalizzato aumento dei prezzi che, secondo le primi stime, potrebbe attestarsi ad un +10%. Il mercato dell'auto dovrà fare inoltre i conti con il nuovo periodo di recessione che il Brexit potrebbe innescare, e che avrà conseguenze sia sul mercato esterno che, di riflesso, anche sugli altri Paesi.

Nell'ultimo periodo le case automobilistiche con stabilimenti di produzione del Regno Unito – Nissan e Toyota, BMW (proprietario del marchio MINI )- avevano appoggiato esplicitamente il “remain”. BMW ha comunicato che c'è da aspettarsi un “periodo d'incertezza”, ma che non ci saranno cambiamenti immediati nelle attività produttive in UK, mentre le case asiatiche evidenziano le possibili complicazioni relative ai nuovi accordi commerciali che dovranno essere ridiscussi.

Il Brexit tocca da vicino anche FCA, che a Londra ha il domicilio fiscale. Possibile trasferimento nell'altra sede fiscale, quella in Olanda? O direttamente negli USA? O un improbabile ritorno in Italia? Non resta che ammettere che “Del doman non c'è certezza”