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ADIRA: Lettera aperta agli operatori aftermarket sul nuovo “Automotive Package 2025”

Finalmente! Dopo tre anni, la Commissione corregge le linee guida del “pacchetto automotive 2035” applicando concretamente il principio di “neutralità tecnologica”.

Adesso la palla passa in mano all’industria che dovrà assicurarci una mobilità sostenibile negli anni a venire.

Ma “sostenibile” non è sinonimo di “accessibile” ed ecco, quindi, che governo UE e governi nazionali dovranno mettere mano al portafoglio per sostenere un sistema industriale che oggi da solo non è in grado di proporre un’offerta complessivamente adeguata (soprattutto per le fasce di reddito più basse), né di sostenere una competizione internazionale che, da est e da ovest, offre soluzioni tecnologicamente avanzate a prezzi competitivi.

Un sistema industriale, quello dell’automotive europeo, che ha registrato il suo record di fatturato e profitti solo un paio d’anni fa, ma che si è trovato (improvvisamente?) “fuori tempo” rispetto ad un’evoluzione della mobilità che, sia per aspetti tecnologici che sociali, negli ultimi 15 anni percorreva strade diverse da quelle proposte dall’industria.

Restano sul tavolo (e ci attendiamo che l’industria tornata protagonista risolva in fretta) problemi sistemici del settore auto:

  • Il peggioramento progressivo delle condizioni socioeconomiche delle società europee che sempre meno si possono permettere di pagare i prezzi dei veicoli richiesti dall’industria;

  • La concorrenza cinese che si sviluppa su tutte le tecnologie nonostante i dazi del 25%. In Italia, nell’ultimo anno, la quota di mercato dei veicoli cinesi è passata dal 4% al 9% e nei report di immatricolazioni di novembre 2025 vi sono almeno 3 marchi cinesi che non erano riportati in quelli di novembre 2024;

  • Il recupero del gap tecnologico sull’elettrificazione che, nonostante la revisione del regolamento, resta la via maestra per lo sviluppo tecnologico del settore nei prossimi anni se è vero (come è vero) che a livello globale è questa la tecnologia che sta crescendo di più;

E’ una grande “apertura di credito” che i cittadini europei fanno all’industria dell’auto, accettando di rimetterla al centro della scena e di sostenerla con incentivi e sussidi le cui dimensioni non possono che essere enormi. E noi (come cittadini e come organizzazione) ci attendiamo che vi sia un utilizzo responsabile di queste risorse affinchè non si “socializzino le perdite” e si “privatizzino i profitti”.

Nel frattempo, ADIRA, FIGIEFA, AFCAR ITALIA e tutti gli organismi dell’aftermarket indipendente europeo, invece, lavorano sul “qui e ora”.

Su un parco circolante sempre più numericamente importante e più vecchio, su un’utenza che sempre meno si può permettere di cambiare l’auto e in molti casi di ripararla, su una mobilità che è base del progresso di ogni società e che oggi è messa in crisi da scelte industriali e politiche non lungimiranti.

Noi agiamo “qui e ora” per una MOBILITÀ ACCESSIBILE. Perché se non c’è mobilità, non c’è lavoro, non c’è istruzione, non c’è cura, non c’è tenuta sociale.

E’ questo il ruolo fondamentale che ogni operatore dell’aftermarket indipendente giocherà da oggi in avanti fino a quando il processo di transizione non sarà concluso con l’”atterraggio” su quella che sarà la tecnologia definitiva per il futuro.

E tutto questo nella speranza e con l’auspicio che industria e governi ci guidino davvero verso un’Europa migliore.

#DOVELAFTERMARKETCONTA